Sommario MNM N° 0
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Via Appia antica
Basti pensare non solo alle terme di Caracalla all’ interno della città (Roma) ma anche alla Villa di Giove Anxur a Terracina (LT), le ville di Domiziano e il gran numero di sepolcri e tombe sparsi lungo il suo tracciato e alla comparsa, per la prima volta nella storia romana, delle “pietre miliari”. Sviluppi che sono proseguiti nei secoli: guidando si notano vecchie stazioni di posta, edifici vari e anche complessi industriali in abbandono (ex stabilimento “Miralanza”).
 
Il motociclista non potrà fare a meno di notare i lunghissimi rettilinei che si susseguono mano mano che si procede verso Sud. In effetti lo scopo di questa via di comunicazione era quello di offrire
Un viaggio in Italia, seguendo l’antica civiltà romana, senza rinunciare a un carattere essenziale della nostra passione: la strada. Anzi, perché non fare della strada stessa l’obiettivo del viaggio?
A questo pensavo durante una passeggiata nel parco dell’Appia antica a Roma.
Come concretizzare l’idea? Raccogliere dettagli, informazioni di carattere storico e tecnico, qualsiasi cosa che può tornare utile alla ricostruzione di questo percorso che attraversa vaste zone del centro – sud.
Tutto cominciò nel 312 a.C con Appio Claudio il censore. Rintracciare 375 miglia di percorso perse in 2300 anni di storia non dovrebbe essere cosa facile.
Mi accorgo fin dal primo momento di non essere stato l’unico a voler ricostruire il tracciato di questa magnifica opera viaria: già nel 1889 scriveva Jannacchini: "Cacciarsi nel buio dei secoli, per determinare l’ andamento della viabilità di un paese, è cosa, non dico solo malagevole, ma quasi impossibile; sopra tutto se si tratta di tempi remotissimi, di quando, cioè, una terra fu per la prima volta abitata dall’ uomo”. (*)
Mi viene in aiuto Google Earth, in pochi minuti mi rendo conto del percorso che affronterò e delle zone da attraversare.
in effetti il tracciato attuale della SS7 ricalca per la maggior parte quello antico. Più difficile ritrovare il percorso quando invece se ne discosta: per individuare queste “zone d’ombra”, oltre al provvidenziale aiuto digitale, si renderanno necessari dei sopralluoghi sul posto. 
Comincia così l’ attività di indagine vera e propria, che mi porterà a visitare luoghi sconosciuti ed interessanti. Spesso infatti il vecchio tracciato è indicato in mappa semplicemente con il nome di “Via vecchia” o “Strada consolare” o più semplicemente “Appia antica”. Per verificare se si è sulla strada giusta, una volta sul posto, basta far caso alle costruzioni nelle immediate vicinanze. Trasudano storia, anche se ridotte a ruderi irriconoscibili.
 
La via appia infatti, data la sua importanza, richiamò lungo il suo tracciato una serie di sviluppi edilizi senza precedenti.
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Febbraio 2012