un collegamento pavimentato alle truppe dirette a Capua che fosse “il più breve e più rettilineo possibile”. Per la prima volta era stata concepita una strada paragonabile alle moderne autostrade, che non si curava di passare all’ interno dei centri abitati (collegati ad essa tramite diramazioni) ma che puntava all’ obiettivo tramite rettilinei perfetti. Basti pensare che tra Roma a Terracina vi è un rettilineo lungo circa 90 km, la cui sola divergenza è un angolo di 5°. E’ qui che negli anni 50 Piero Taruffi stabili un record mondiale di velocità con il suo “Bisiluro”. Storia antica e moderna che si sovrappone chilometro per chilometro (foto del rettilineo nell agro pontino).
Durante la ricerca, a fini motoalpinistici, è opportuno identificare tutti i rilievi “utili”: procedendo si notano infatti catene montuose verso Est, relativamente vicine al tracciato in oggetto. Si tratta dei rilievi dei Monti Lepini, Monti Ausoni e Monti Aurunci. Le tre catene si susseguono verso sud e confinano l’ una con l’altra.
A ben vedere sono tutti situati a pochi Km da Roma ma sconosciuti ai più. In totale contano un certo numero di cime alcune delle quali sono raggiunte da strade sterrate aperte al traffico.
E’ qui (e non solo), che il percorso storico si fonde con il motoalpinismo: ammirare dall’ alto secoli di storia e procedere nel viaggio traversando monti e campagne rende il viaggio ancora più affascinante. Scegliere tra le possibili varianti che offre il territorio è solo una questione di gusti, percorsi in quota cedono il passo a percorsi persi nelle pianure dell’Agro Pontino, un susseguirsi di zone da scoprire che metterebbe in imbarazzo il più esperto degli esploratori.
Ciò che potrebbe risultare difficile infatti è proprio continuare a seguire il tracciato della Via Consolare invece di perdersi nei meandri montani/collinari. Lo scopo del viaggio è conciliare la destinazione di arrivo (nel ns caso Brindisi) con i percorsi che ciascuna zona attraversata può offrire. Al fine di unirli tutti in un unico tracciato che sia il più possibile “off” sono necessari numerosi sopralluoghi. Dopo aver esplorato ciascuna zona si trova quello che potrebbe essere “l’anello mancante” e si prosegue. Una volta organizzato l'intero percorso il motoalpinista avrà conosciuto differenti campi da gioco. Ciascuna zona potrebbe in seguito essere la singola destinazione di una giornata all’ aperto con la propria moto.
Francesco Martini