Quella che vi racconto oggi è la storia di una delle nostre uscite invernali, caratterizzata da guadi profondi e, proprio per questo, conclusa con un innaffiamento che ha provocato un piccolo pasticcio. Vediamo di capirne l’intreccio.
Protagonisti i soliti amici: Tino e Jo. Il luogo che ha reso particolare questa nostra esplorazione lo definirei quasi “sacro” per noi motociclisti della zona, uno di quei posti che stanno così all’interno delle montagne che ti senti “dentro le viscere di madre natura”. Come capita spesso, i contrattempi sono in agguato dietro “la curva”: può capitare di tutto! Andare per ordine sarebbe estremamente complicato o, forse, un po’ sterile: un rendiconto di una sequenza lineare di eventi.
Intanto iniziamo con la presentazione dei miei compagnid’avventura. Tino, KTM 450, ex XR400, è stato uno dei protagonisti della due giorni a Serra San Bruno. Con lui mi piace andare a esplorare sentieri sconosciuti. Possiede il giusto spirito d’avventura e quel pizzico di buon senso che non guasta mai.
E poi, come medico, è sempre una sicurezza averlo nelle nostre avventure. Jo, TM 125, 20 anni, studente in ingegneria.
Già da quando aveva 15 anni ci seguiva col suo HM 50 e, quando la salita si faceva più dura e il motorino non arrancava, il suo fisico atletico gli faceva superare qualsiasi ostacolo.