Sommario MNM N° 0
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Con una moto piccola e scattante guidi sciolto in velocità dove con un 450 devi manovrare per poter passare in qualche modo.
A cuore aperto la SLING mostra una sovrabbondanza di collegamenti elettrici. È lo scotto che si paga per aver montato una strumentazione che registra tutte le informazioni utili allo sviluppo ed al controllo delle prestazioni. Sono presenti anche accessori come la ventola di raffreddamento del motore ed in riscaldatore invernale per le batterie.
Per la cronaca, Giuseppe riusciva a distanziarmi indifferentemente sia che montava la Quantya che la SLING. Sarà dovuto alla mia scarsa forma, oppure al troppo manico di Giuseppe?
 
Ci siamo fermati molte volte per fare foto e filmati, ma poi ripartivamo a manetta sul percorso che era abbastanza tosto per qualsiasi tipo di moto. Nel bosco ci sono diversi salti in cui sfogare le nostre velleità crossistiche e dopo un paio di ore di smanettamenti ho notato che il controller della mia moto si era scaldato troppo. Non l'avevo mai forzata cosÏ, da quando avevo montato la seconda batteria, e questo test mi ha confermato che bisognava fare una piccola modifica per raffreddare meglio il controller.
Con Giuseppe siamo andati nel suo bosco dove ha ricavato un bel giretto con un sentiero molto stretto e molto tortuoso che si snoda per qualche chilometro tra le piante e gli arbusti autoctoni. In questo frangente ho notato che la soluzione del comando del freno posteriore sul manubrio, al posto occupato normalmente dalla frizione, È veramente valida. A parte che bisogna farci l'abitudine, È ovvio, ma nel sentierino stretto e pieno di curve a pochissimi metri una dall'altra, si può gestire meglio il cambio di direzione spostando in avanti la gamba destra e sinistra senza essere costretti ad alzare il piede destro per frenare. Mi sono sentito più impacciato sulla SLING dove ho lasciato il pedale classico. I sentierini che fanno lo slalom in mezzo alle piante richiedono una guida precisa e scattante. Nell'impostare le curve a destra ero obbligato a mantenere il piede sulla pedana per poter frenare, col risultato di essere sempre in ritardo a mettere in avanti la gamba destra. La distanza tra le curvine è talmente ridotta e il sinistra-destra-sinistra talmente veloce che la tipica gamba in avanti sembra più una protesi ingombrante che penzola senza controllo. Quando la distanza tra le curve si allunga, invece, il comando a pedale torna ad essere la soluzione migliore.
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Febbraio 2012