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È passato quasi un mese da quando Giuseppe mi ha invitato da lui per fare un giro con le moto elettriche, mostrarmi i percorsi dei suoi boschi e spiegarmi quello che sta organizzando. Ho accettato volentieri l'invito, ma ho rimandato in attesa che arrivasse il bel tempo. Purtroppo la pioggia continuava imperterrita mentre io fremevo dalla voglia di fare un giro con la mia moto elettrica. Alla fine non ho più resistito perciò nonostante le cattive previsioni meteo, ho preso il telefono ed ho chiamato Giuseppe per chiedergli se era ancora disponibile.
Dopo qualche peripezia arrivo all'agriturismo che è già pomeriggio inoltrato. La pioggia ha smesso ma minaccia ancora. Giuseppe mi spiega la sua attività e mi mostra le grosse buche che una volta erano vasche per allevamento di pesci e che ora vorrebbe trasformare in una pista da cross per moto a trazione elettrica.
 
Ci vestiamo subito da enduristi per andare a visitare i pioppeti ed i boschi di sua proprietà.
Finora non ho parlato delle moto che sono invece le protagoniste del mio racconto.
La moto di Giuseppe è una Quantya Freestyle a trazione elettrica. Molti la conoscono già, è costruita dall'omonima ditta di Lugano, quindi è un prodotto svizzero. La destinazione principale di questa moto non è l'enduro nostrano o l'utilizzo stradale. Viene pensata per il mercato nord europeo dove il fuoristrada è vietatissimo, con l'intento di fornire un mezzo divertente da usare su piste appositamente costruite e riservate ai veicoli elettrici.
La moto viene assemblata in Svizzera, ma i componenti elettrici vengono da diversi paesi, come il motore che proviene dall'Inghilterra, il controller dagli Usa, i componenti della batteria dalla
Nuccio e Giuseppe con la Quantia, a sinistra) e la Sling, a destra.
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Febbraio 2012